Il Convegno di Studi Capenati, organizzato come di consueto dal Gruppo Archeologico Romano sezione di Capena, una realtà che nell’ultimo decennio si è domostrata molto attiva nella promozione e nello studio del patrimonio storico, archeologico ed artistico del nostro territorio, quest’anno è arrivato alla sua settima edizione.
Si è appena concluso il VII Convegno di Studi Capenati, organizzato come ogni anno dal Gruppo Archeologico Romano sezione di Capena, sempre in prima fila nella promozione e nello studio del patrimonio storico, archeologico ed artistico del nostro territorio.
A partire dalle ore 17.30, per circa due ore, presso l’Aula Consiliare del Comune di Capena, un parterre di grande spessore scentifico-culturale ha intrattenuto un numeroso pubblico di appassionati sul tema “Il Capenate prima dei Romani”: un periodo storico che si contraddistingue per una notevole caratterizzazione etnica e una particolare vivacità culturale, fino a quando, nel 395 a.C., i Capenati persero l’autonomia a causa della conquista da parte dei Romani.
Ha aperto i lavori del Convegno la dott.ssa Marilena Jacobellis, archeologa, responsabile della sezione GAR di Capena, la quale ha dato il benvenuto ai relatori e al pubblico e ha presentato il programma degli interventi. Si sono poi succeduti al microfono alcuni tra i più importanti studiosi di archeologia del nostro territorio: il dott. Gianfranco Gazzetti, archeologo, Presidente Nazionale del G.A.R., già direttore dell’Area Archeologica del Lucus Feroniae, il quale ha sviluppato il tema relativo ai rinvenimenti di presenze preromane nel territorio Capenate con scavi di emergenza (2000-2017); subito dopo il dott. Ilario Di Nardo, archeologo, collaboratore della Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma ed Etruria Meridionale, ha intrattenuto il pubblico analizzando la sepoltura di un guerriero capenate; dopo un breve coffee break è stata la volta del dott. Fiorenzo Catalli, numismatico, direttore archeologo presso la Sovrintendenza Archeologica di Roma, che ha parlato del Capenate prima dell’uso della moneta. Rispetto al programma previsto, è venuto meno l’intervento del dott. Enrico Angelo Stanco, archeologo, funzionario dei Beni Archeologici della sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, trattenuto nella città partenopea da un impegno imprevisto, che avrebbe dovuto relazionare sull’affascinante tema del culto di Sorano Apollo.
In chiusura dei lavori, ha preso di nuovo la parola la dott.ssa Jacobellis per i saluti finali e i ringraziamenti di rito e per dare appuntamento a relatori e pubblico al prossimo anno, in vista dell’edizione numero otto di quello che ormai è un appuntamento fisso ed imperdibile della vita culturale a Capena.
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