Era il marzo del 1947, l’allora capo dello Stato Enrico De Nicola respinse la grazia per i colpevoli di una rapina in una cascina di Villarbasse (in provincia di Torino), dove dieci persone vennero massacrate a bastonate e gettate ancora vive in una cisterna. Gli autori della strage furono quattro siciliani originari di Mezzojuso; uno di loro venne ucciso in un regolamento di conti fra mafiosi in Sicilia prima della cattura, mentre gli altri, una volta condannati, vennero a Torino il 4 marzo 1947 alle 7:45. La Costituzione italiana, approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, abolì definitivamente la pena di morte per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace.
La pena di morte rimase nel Codice penale militare di guerra fino alla promulgazione della legge 13 ottobre 1994, n. 589, che l’abolì sostituendola con la massima pena prevista dal codice penale, che è attualmente l’ergastolo.
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