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Capena, politica show: consigliere di minoranza abbandona il consiglio comunale (e il confronto?) per rilasciare un’intervista.

Francamente, questa storia della buca di località portone comincia ad essere noiosa.
Stucchevole.
Di retroguardia.

Pretestuosa, invece, lo è sempre stata.

Viene a noia il dover mandare a memoria i rimpalli di un confronto politico privo di un contraddittorio costruttivo, le accuse (spesso infondate) di mala gestione e conflitto di interessi, le spiegazioni tecniche ed amministrative narrate in burocratichese stretto e la letteratura di quarta con cui questo tema, invero delicato, è stato trattato fino ad ora.

Ok, a località Portone c’è una buca.
Una voragine.
Un cratere.

Per via del quale è stata chiusa una strada.
Una strada importante.
Anche e soprattutto perché da quelle parti c’è una scuola.

La buca sta lì a far perdere il sonno ad alcuni strateghi della politica urlata (sarà davvero così?) e a far imbestialire (giustamente) i genitori che, in orario di “scarico/carico prole” (una battuta, prendiamoci, tutti, con un po’ di leggerezza) si trovano, da tre anni, a dover affrontare un traffico quasi sovrapponibile, per stress, a quello che si potrebbe trovare sulla Tiburtina all’ora di punta.

Ok, la buca non è stata ancora riparata.
I perché ed i percome li spieghiamo nel nostro approfondimento.
Speriamo venga sistemata il prima possibile.

Ciò detto, una riflessione la vorremmo condividere.

Semplice. Ma scomoda.


Alcuni eventi climatici eccezionali, circa tre anni or sono, hanno solo scoperchiato il vaso di Pandora di una strada che ci ha messo davvero troppo poco a cedere. Una strada che stiamo ancora pagando, noi cittadini di Capena, tramite un mutuo esoso.

Accollare la colpa delle vicissitudini a chi amministra oggi (e che ha reperito fondi per aggiustarla) sa tanto di propaganda elettorale, altro che servizio reso ai cittadini. Il consigliere di minoranza Mirta Paganelli ha chiesto chiarezza, trasparenza sulla questione voragine di località Portone. L’ha chiesta sui social, l’ha chiesta su vari giornali.
L’ha chiesta alzando i toni, la voce.

Convinti che la dialettica, magari con toni meno teatrali, debba essere alla base di un  buon operato politico, abbiamo quindi sperato tutti che, in sede istituzionale durante il consiglio comunale, venissero date risposte univoche e chiare.


Così è stato: sia l’assessore ai lavori pubblici Barbara Scarafoni che il sindaco Roberto Barbetti sono intervenuti sulla questione, contestualizzandola nell’ordine del giorno visto che si parlava di bilancio, (anche per le opere pubbliche)

L’assessore Scarafoni, in particolare, ha risposto punto per punto alle accuse mosse e ha spiegato, nei dettagli, la perfetta legittimità dell’operato non solo dell’amministrazione comunale, ma soprattutto dell’ufficio tecnico.

È ben visibile nella registrazione dell’evento.

Come se non fosse successo nulla, la consigliera Paganelli ribadisce che non ha ricevuto risposte soddisfacenti alle sue domande.
Come se non avesse sentito ciò che è stato detto. Eppure molte cose sono state dette, spiegate.
Si alza per andarsene, causa impegno che  richiede la sua presenza altrove.
Quale impegno?

Rilasciare un’intervista.

Si, avete capito bene.

Il sindaco prova comunque ad intervenire per darle altre delucidazioni qualora le volesse ma qui scatta lo sconcerto: “Località Portone non è all’ordine del giorno”, dice la consigliera Paganelli.

Ma come?
Dieci giorni di dichiarazioni, video e giornali per avere risposte dall’amministrazione- a suo dire refrattaria al dialogo- e poi in sede istituzionale si attacca al protocollo? E i cittadini che seguono il consiglio cosa dovrebbero pensare?

Vedrà la registrazione del consiglio e risponderà pubblicamente, chiosa rapidamente la Paganelli.

E dove, di grazia, ci domandiamo? Sui social? Durante l’intervista che si accinge a  rilasciare? E il rispetto per le sedi istituzionali dov’è? La dialettica? Il confronto?

È tutto lecito, beninteso, ma lo sconcerto è tanto, soprattutto se a ventiquattrore dall’accaduto la stessa Paganelli sottolinea come il sindaco abbia declinato l’invito a partecipare lui stesso all’intervista.
A consiglio comunale in corso il sindaco avrebbe dovuto assentarsi, secondo la Paganelli, per un confronto in tv?

Ora, diciamo che con questa storia abbiamo perso davvero troppo tempo.
E la parte di cittadinanza (fortunatamente maggioritaria) che si aspettava un po’ di buona politica, praticata nelle sedi preposte, è rimasta all’asciutto e delusa dalla fretta di chiudere il confronto con le istruzioni a favore delle telecamere.

Detto ciò, una considerazione.
La strada che frana davanti ad una scuola è un simbolo.
Di come una certa visione del mondo, proiettata sulle piccole realtà locali, possa creare mostri.
Non solo urbanistici.
Ma anche e soprattutto culturali, politici e sociali.

Roba che ha devastato Capena e le sue campagne per troppi anni.

Riempiendola di ecomostri costruiti uno dietro l’altro senza il minimo rispetto per l’ambiente ed il buon gusto, di quartieri residenziali privi o quasi di servizi.
Roba che ha devastato la vita culturale e commerciale del centro urbano, rendendolo il dormitorio buio e piatto che è.

Ecco, questa roba viene da lontano.
È la Luna che qualcuno ha provato a far guardare ai più.
Nonostante da dietro il dito qualcun altro continua a suggerirci di guardare a terra.

Ok la buca sta lì, la strada è chiusa ed il traffico è ingestibile.
E magari l’amministrazione è in ritardo.
Ma questi sono problemi contingenti.
Risolvibili nel medio termine.

Mentre un certo modo di concepire la cosa pubblica e le sedi istituzionali rimane un cancro difficile da estirpare.

Claudio Quaglia, Patrizia Piga

One Comment

  1. ELVIs ELVIs 11 Agosto 2021

    Chi urla di solito non ha mai ragione…

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